Nuveen Real Estate: l’impatto di COVID-19 sul settore immobiliare

Prospettive a breve termine: retail

Asia Pacifico:

  • Le prospettive del retail per la regione rimangono disomogenee. Se da una parte le attività retail stanno lentamente ripartendo in Cina – ad esempio tutti i centri commerciali CapitaLand hanno riaperto, con circa l’80% dei negozi che ha ripreso a funzionare – in altre aree della regione l’attività rimane debole. In Giappone, le vendite dei grandi magazzini sono calate del 33,4% a marzo, mentre il tasso di disoccupazione è salito al 2,5% su base annua. In Australia, la fiducia dei consumatori è scesa al livello più basso degli ultimi 47 anni, ma le vendite di marzo sono aumentate dell’8,2% grazie ai solidi risultati di vendita nei supermercati, nei negozi di alcolici e nei settori alimentari specializzati. Tuttavia la chiusura di tutti i punti vendita della catena di noleggio di elettrodomestici e apparecchi elettrici Radio Rentals, che ha portato al licenziamento di 300 dipendenti, continua a indicare condizioni future meno sicure per il retail. La City Developments di Singapore ha pianificato ulteriori riduzioni per giugno e luglio per la maggior parte dei locatari retail, in considerazione del fatto che gli affitti del retail prime in Orchard Road sono scesi dell’1,4% nel primo trimestre.

Europa: 

  • Il termine ‘stuffocation’ circola da un po’ e indica un trend che si sta diffondendo tra i consumatori: ‘vivere meglio con meno’. Il lockdown, che ha costretto i consumatori ad uno stile di vita più austero e di conseguenza a rivedere i loro comportamenti d’acquisto facendo scelte più consapevoli, potrebbe accelerare ulteriormente questo trend.
  • I retailer riesamineranno il portafoglio di punti vendita per decidere quali valga la pena riaprire. L’impossibilità di vendere in negozi fisici per un periodo prolungato, modificherà le modalità di distribuzione dei beni.
  • Per quanto riguarda gli investitori, i centri commerciali riapriranno con un maggior numero di spazi vuoti, che difficilmente saranno occupati da negozi di abbigliamento tradizionali. In passato molti proprietari si sono limitati a parlare di uso misto (la realtà di nuovi locatori che pagano affitti più bassi è difficile da accettare). Con un NOI potenzialmente ai minimi storici, gli investitori dovranno ora apportare modifiche radicali alla loro allocazione originaria sul mercato retail – questo è il momento di fare dei cambiamenti per far sì che il real estate sia profittevole in futuro.

Stati Uniti: 

  • I negozi ancorati alla vendita di beni alimentari sono più protetti grazie alla minore esposizione alle supply chain globali e per la particolare natura di questa tipologia di asset che rispondono a bisogni necessari. La maggior parte dei negozi di alimentari statunitensi sta registrando un afflusso di clienti e vendite record.
  • Green Street stima che i valori dei centri commerciali siano scesi del 20% e siano attualmente 50 punti percentuale al di sotto dei livelli di picco del 2016. Gli outlet mall stanno risentendo della fase di recessione perché sovraesposti alle categorie di spesa discrezionali. Sui mercati, i tassi di capitalizzazione impliciti dei centri commerciali si mantengono in un range tra il 9% e l’11%. I centri commerciali sono stati scambiati con uno sconto del 30% circa sul valore intrinseco nella settimana che si è conclusa il 1 maggio 2020. Simon prevede di riaprire 49 outlet nella prima metà di maggio. Questo darà un’idea della rapidità con cui i clienti saranno pronti a tornare.
  • Si prevede che più della metà dei grandi magazzini chiuderà entro il 2021 e, in linea con questo dato, anche molti tenant chiuderanno. J. Crew ha presentato istanza di fallimento e ci aspettiamo che anche Neiman Marcus e J.C. Penney facciano lo stesso entro metà maggio. Sia JCPenney che Neiman Marcus hanno mancato pagamenti obbligazionari nel mese di aprile. Anche i retailer che riusciranno a sopravvivere, dopo il Covid-19 faticheranno a competere con società finanziariamente solide come Amazon, Wal-Mart e Costco.